Report 22 novembre 2015

Nero a metà

I voucher sono la nuova forma di retribuzione e contribuzione del lavoro accessorio. Dal 2012 la possibilità di utilizzarli è stata allargata a tutti i settori produttivi e così la cifra del loro impiego è passata dalle poche migliaia nel 2008 ai 70 milioni del 2014 e ai cento milioni previsti del 2015. Ma il meccanismo di attivazione permette ai datori di lavoro più furbi di praticare il trucco del nero a metà: in pratica ti pago un’ora con il voucher, il resto in contanti. Il risultato è il contrario di quelle che erano le buone intenzioni del legislatore che ha introdotto i “buoni lavoro” proprio per far emergere il lavoro nero. Invece, paradossalmente, il voucher può addirittura diventare la foglia di fico di alcune forme di sfruttamento. Sono tanti gli esempi: nel lavoro domestico, nella ristorazione, nel turismo nell’edilizia e in agricoltura. – http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-528f4bd1-c0ae-4742-b15b-1d69980245d2.html#sthash.zZhw0tsD.dpuf

Tanti e subito

Dopo gli attentati a Parigi, una delle prime misure adottate dal Governo italiano è stata aumentare la sorveglianza dei money transfer. Negli ultimi anni, infatti, molti soldi destinati a finanziare il terrorismo internazionale sono passati attraverso questo canale, che consente di inviare e ricevere denaro in modo veloce, semplice ma soprattutto spesso incontrollabile. Nel 2014 dai money transfer italiani sono partiti oltre 5 miliardi di euro. Per lo più si tratta dei risparmi inviati alle proprie famiglie dagli immigrati residenti in Italia, ma un controllo vero non c’è, e in molti sportelli il limite di 999 euro a settimana viene aggirato con facilità. Il risultato è che oggi nessuno può dire con esattezza quanti soldi facciano entrare o uscire dal nostro Paese. – http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-4d01bd47-ea9b-46ee-a690-3e4b2962a89e.html#sthash.vn9pnslB.dpuf

E’ oro quello che luccica?

Ci siamo imbattuti per caso nel mondo dorato della Gsg Evolution, acronimo della Gold Sweet Gold, una società che ha i manager che vivono a Verona e che si occupano di fare formazione su piani di investimento in oro. Gira da due anni gli alberghi di tutta Italia e, nel corso di presentazioni effettuate rigorosamente a numero chiuso, informa i risparmiatori italiani sulla convenienza a investire in oro e nei preziosi di una società tedesca di nome Auvesta, di cui la stessa Gsg è partner. Il sistema di investimento di cui parlano è questo: il risparmiatore investe i suoi risparmi versandoli su un conto della banca di Trento e Bolzano del gruppo Intesa. Auvesta poi prende i soldi e li porta in Germania e li trasforma in lingottini, che vengono stipati in un caveau e secondo i promotori non sarebbero aggredibili dal fisco italiano. Grazie ai promoter Auvesta ha già raccolto decine di milioni tra i risparmiatori. Ma è tutto oro quello che luccica?http://www.report.rai.it/dl/Report/puntata/ContentItem-a21a704f-5d6e-4e52-abdc-be000b621173.html#sthash.JaU7fVs3.dpuf

 

 

Report 15 novembre 2015

FINCHÉ C’È GUERRA C’È SPERANZA

Sembra incredibile, ma in Italia c’è chi di giorno indossa i panni del fruttivendolo e la notte gioca a fare la guerra. Un filo rosso che parte da un paesino in provincia d’Imperia e arriva fino a dentro i palazzi di Agusta Westland – Finmeccanica. Nell’inchiesta realizzata da Sigfrido Ranucci, un trafficante d’armi svela alcuni dei meccanismi con i quali le armi arrivano nei paesi africani e in Medio Oriente. Il trafficante racconta anche dell’addestramento fatto sotto copertura nello Yemen dai militari italiani, finalizzato a preparare guerriglieri arabi da utilizzare in funzione anti Isis. Finito l’addestramento, però, nel giro di poche ore i combattenti sarebbero passati nelle fila dei terroristi.

 

Report 01 novembre 2015

Belli da paura

Quando vado a rifarmi il naso o a gonfiarmi la bocca so in che mani mi metto? Siccome gli interventi estetici giustamente non me li passa il Servizio sanitario nazionale, pago e vado in uno studio o clinica privata, ma il medico che specializzazioni ha e cosa mi inietta?

L’ingegno

Dalle risonanze magnetiche “al succo d’ananas” alla cura dei tumori radioresistenti con l’innovativa “adroterapia”. Due storie in cui ricerca e passione nella sanità si dimostrano più forti di qualsiasi taglio. Di solito le radiologie comprano un liquido di contrasto da un’azienda farmaceutica. Alla radiologia del policlinico S.Orsola di Bologna invece danno da bere il succo d’ananas ai pazienti che devono fare gli esami alle vie biliari. “E’ un succo normale – spiega la dottoressa Rita Golfieri, direttore del reparto, “ma potrebbe essere impiegato anche un succo di mirtillo normale, perché anche il mirtillo contiene il manganese”. L’ananas costa meno, i pazienti lo gradiscono e il Policlinico risparmia ogni anno 13 mila euro.