Luttazzi invitò Travaglio per parlare del suo ultimo libro L’odore dei soldi, scritto a quattro mani con Elio Veltri, in vendita da circa un mese nelle librerie. Il libro cominciava dalla domanda «Cavaliere dove ha preso i soldi?», in riferimento al dibattito sulle origini delle fortune di Silvio Berlusconi, che all’epoc dell’intervista era il candidato premier dell’opposizione di centro-destra alle elezioni politiche che si sarebbero tenute pochi mesi dopo. Nel libro erano presentati documenti inerenti a vari atti processuali, tra cui quelli prodotti nelle inchieste penali della Procura di Caltanissetta sui mandanti occulti delle stragi mafiose di Capaci e Via d’Amelio in cui erano indagati il Cavaliere ed il suo stretto collaboratore Marcello Dell’Utri, e quelli sul processo in cui quest’ultimo era imputato a Palermo di concorso esterno in associazione mafiosa (poi condannato in primo grado a nove anni di carcere ed in secondo grado a sette[1]). Il motivo dello scandalo suscitato dall’intervista è stato principalmente che tali documenti sollevavano pubblicamente dei dubbi sui rapporti di Berlusconi e Dell’Utri con Cosa nostra.
In seguito, Silvio Berlusconi (divenuto Presidente del Consiglio) denunciò come «criminoso» l’uso della televisione di stato fatto da Luttazzi, Santoro e Biagi. In un incontro con la stampa, avvenuto mentre era in visita in Bulgaria (il cosiddetto “editto bulgaro”), Berlusconi espresse l’opinione che la dirigenza RAI non avrebbe dovuto permettere un uso della TV pubblica come quello di Luttazzi.